Gay & Bisex
Il personal trainer _ cap 1
di Beat
03.11.2022 |
15.874 |
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"Carlo era un prestante personal trainer molto quotato nel campo del fitness locale, tanto la sua clientela si estendeva dal mare fino a tutta la vallata..."
Il grande tiglio del giardino condominiale iniziò ad emanere il tipico profumo delle sere di fine maggio, il profumo dell'estate. L'estate sul litorale adriatico è sempre stato un periodo di rinascita: i piccoli centri costieri si rianimano di persone che vengono dall'interno o dalle città per godere del mare; le attività sulla costa riaprono i battenti con musica, luci, colori e profumi di pesce alla griglia o fritto che pervadono il lungomare tirato a lucido dalle amministrazioni comunali.
In questo clima di entusiasmo per l'inizio della bella stagione decisi di uscire a fare una passeggiata per godere del sole mattutino in quel sabato mattina di inizio estate.
Prima di uscire, presi le chiavi di casa e mi guardai allo specchio posto accanto al portone d'ingresso. A restituirmi lo sguardo nel riflesso fu un ragazzone sulla trentina, moro e rasato, con occhi castani simpatici e un'ispida barba nera.
I miei occhi, da sempre, riuscirono a stemperare un po' la mole della mia fisicità, un corpo grosso, spalle e gambe larghe, petto largo e coperto di folto pelo nero coperto da un paio di pantaloncini a mezza coscia color cachi e una maglietta bianca.
Nel complesso ero un bel ragazzo, anche se un po' in carne.
Uscì ed assaporai a pieni polmoni l'aria mite, inforcai gli occhiali da sole e iniziai a passeggiare per le vie del centro, fermandomi di tanto in tanto a salutare qualche conoscente.
A metà di via Quattro Novembre sentii il rumore di zampe dietro di me, mi voltai e notai un pittbull bianco con macchie nere che correva verso di me, versando grandi gocce di saliva a destra e sinistra. Istintivamente porsi avanti la mano per lasciare che l'annusasse e poterlo accarezzare, cosa che successe con un gran scodinzolare del bestione.
"Ciao bello" dissi accarezzando l'ampio cranio coperto di pelo del cagnolone. Notai che era molto curato e che, attaccato alla pettorina nera, c'era un pezzo del guinzaglio blu stracciato sull'estremità. Doveva essersi rotto ed il cane doveva essere scappato alla presa del proprietario o proprietaria.
Mi guardai intorno tenendo il cane per la metà di guinzaglio rimasta attaccata alla pettorina, mentre sentivo sbattere ritmicamente la coda del grosso mammifero contro la mia coscia sinistra.
Con un tuffo al cuore vidi arrivare correndo Carlo, uno dei ragazzi più belli e popolari del paese.
Carlo era un prestante personal trainer molto quotato nel campo del fitness locale, tanto la sua clientela si estendeva dal mare fino a tutta la vallata interna.
Aveva grandi e profondi occhi neri erano brillanti e ben si addicevano al suo viso dalla mascella mascolina e il mento largo, coperto da una barbetta nera e corta.
Corse tenendo in mano il pezzo di guinzaglio mancante, e cercando il suo cane a destra e sinistra. Quando ci vide fece un sorriso di sollievo e socchiuse gli occhi, mentre il suo pittbull prese a scondinzolare ancora più velocemente.
Carlo si avviò verso il cane e me gridando "Luca l'hai trovata tu questa infame! Grazie mille!".
Mentre lo vidi avvicinarsi non potei fare a meno di ammirare la sua bellezza. I caldi raggi solari colpirono il suo viso e il suo corpo evidenziando i suoi muscoli e i riflessi dei suoi peli.
Aveva grandi spalle larghe e forti, il petto possente doveva essere ricoperto da una peluria omogenea, o almeno così sembrava dal collo a V della maglietta celeste che portava.
I jeans corti a metà coscia che lasciarono scoperti dei grandi cosciotti pelosi forti come l'acciaio e dei polpacci grossi come meloni.
Arrivò correndo e sorridendo, mi salutò e prese subito la sua cagnolona che aveva assunto un'espressione colpevole che avrebbe impietosito anche il peggior commando nazista, senza mai smettere però di scondinzolare al padrone.
"Sai Luca? Questa stronzetta ha visto un gatto ed ha tirato talmente tanto da rompere il guinzaglio e scappare dietro al gatto"
Non persi l'occasione per fare la mia mossa e risposi prontamente " dovresti smetterla di portarla in palestra con te, altrimenti tutti questi muscoli non ti aiuteranno più a trattenerla"
Parlammo un po' del più e del meno mentre Carlo cerca di mettere insieme le due metà del guinzaglio alla pettorina del pitbull.
In queste piccole città tutti ci conosciamo, così iniziammo con le solite domande di circostanza: Come stanno i tuoi? E la tua famiglia? La tipa?
Carlo era notoriamente fidanzato da 8 anni con Elisa, ragazza che sembrava uscita da un fumetto Marvel per quanto perfetto fosse il suo corpo.
Elisa e Carlo erano i William e Kate del paesino: fidanzati perfetti e storia perfetta da sempre.
Un'ombra scura scese sullo sguardo luminoso di Carlo e mi confessò che si erano lasciati quattro mesi prima.
"Ah non lo sapevo, scusa Carlo. Mi dispiace..." Balbettai imbarazzato. Carlo cercò subito di smorzare l'alone di imbarazzo e disagio creato da quella rivelazione dicendo con una gran risata" eh ma questo mica poteva essere per una sola!" e prendendosi in mano il pacco nei pantaloncini di jeans.
Ridemmo insieme, ma dentro sentii qualcosa muoversi in maniera subdola e sentii il calore affiorare al viso, soprattutto notando che la grande mano di Carlo sembrava bella gonfia del suo pacco. Per fortuna indossavo gli occhiali da sole che nascondevano a Carlo il mio sguardo bramoso sul rigonfiamento intimo dei suoi jeans.
Carlo mi diede una pacca sul braccio e poi tastò il mio bicipite dicendo "Hey amico, devi fare un po' di palestra però! Qua c'è una buona base, sei forte, ma devi tonificare".
A quel tocco sentii il mio pisello fremere e a darmi un dolce fastidio.
Effettivamente Carlo non aveva torto. Il lavoro stagionale come muratore ai tempi del liceo e dell'università mi avevano donato spalle e gambe grosse ma mi ero un po' lasciato andare durante il lockdown e dovevo rimettermi in forma!
"Facciamo così" esordì lui "per ringraziarti di aver acciuffato Athena ti offro cinque sedute di personal trainer, così ti aiuto"
L'idea mi stuzzicava e allo stesso tempo mi intimoriva. E se durante quelle sessioni il mio amichetto in basso si fosse svegliato al momento meno opportuno o mi avesse tradito al minimo sfioramento da parte di quell'Adone?
D'altro canto, l'idea di passare altro tempo con Carlo mi stuzzicava ed eccitava parecchio.
Ringraziai Carlo e accettai. Ci salutammo davanti al cancello della villetta a schiera dove viveva Carlo, scambiammo i numeri di telefono e ci demmo appuntamento per il martedì seguente.
"Buon week end Luca e grazie ancora"
Salutai lui ed Athena e camminai in direzione di casa.
Rientrato ormai a mezzogiorno, mi tolsi i vestiti e restai in mutande per non soffrire il caldo torrido dell'ora di pranzo.
Guardai e studiai il mio corpo nello specchio all'ingresso.
Accarezzai il pelo sul mio petto e la mia pancia e provai piacere nel sentire quello strato vellutato sotto la mia mano. Mi accorsi che stavo immaginando che la mia mano fosse quella di Carlo, che toccava il mio corpo con le sue mani possenti.
Infilai la mano negli slip neri che indossavo e iniziai a massaggiare il pene barzotto e le palle.
Ormai ero senza freni, era iniziato il ciclo dei pensieri riguardo Carlo.
Sapevo di essere attratto dagli uomini e avevo ormai fatto pace con il fatto che, nella mia intimità, fossi bramoso di essere posseduto da un uomo. Lo sapevo, certo. Ma non avevo mai avuto il coraggio di provare un'esperienza omosessuale.
Mi sdraiai di fronte allo specchio e il freddo del pavimento fu come un balsamo per il mio corpo ormai eccitato e caldo.
Tolsi gli slip e iniziai a massaggiarmi immaginando il corpo nudo di Carlo. Immaginai il suo petto largo e peloso a contatto con le mie labbra, le sue possenti braccia intorno ai miei fianchi, le sue gambe possenti sotto le mie mani vogliose.
Immaginai quel pacco grande e gonfio contro le mie labbra, all'odore di maschio che avrebbe potuto emanare.
Ormai mi stavo segando con molta foga, misi un dito contro la rosellina del mio sfintere e iniziai a premere contro i cancelli di carne del mio culetto, immaginando che fossero le grosse dita callose di Carlo.
Mi guardai nello specchio e mi vidi mentre mi segavo a gambe larghe e inserivo un dito nel buchino del mio culo peloso.
Venni copiosamente. Uno, due, tre schizzi sul mio petto, di cui alcune gocce sul mento.
Rimasi lì disteso, nudo e coperto di sperma, sul pavimento per quelle che sembrarono ore. Dalla poca luce che filtrava dalle persiane chiuse, vedevo il mio petto e la mia pancia pelosa andare su e giù a ritmo del mio respiro. Vedevo gli schizzi del mio seme incastrati sui pelo del mio petto.
Mentre ero lì, disteso e nudo, decisi che il primo uomo a cui mi sarei concesso sarebbe stato proprio Carlo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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